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TOMAT + FLAVIA MASSIMO LIVE @ ANTRO DELLE SORTI

Il sonic journey di Polysonica continua all’insegna della sperimentazione e delle contaminazioni sonore. Siamo estremamente felici ed onorati di presentare due eccellenze del panorama elettronico e sperimentale Italiano, due artisti che, seppure con background differenti, hanno in comune la continua ricerca ed evoluzione che caratterizzano i loro progetti musicali.

Davide Tomat, in arte TOMAT e Flavia Massimo.

L’area interna degli edifici del foro di Praeneste sarà visitabile dal mattino, come parte della

20:00 – Apertura porte

21:00 – Flavia Massimo Live

22:15 – TOMAT Live

23:15 – Video mapping in Piazza Regina Margherita con colonna sonora di UENO Collective

L’ingresso per il concerto sarà gratuito.

FLAVIA MASSIMO

Flavia Massimo è una violoncellista contemporanea, sound designer e curatrice di eventi, specializzata sia nella classica che nella musica elettronica. Attraverso anni di ricerca ha sviluppato un personalissimo suono aumentando il violoncello con tecniche estese e live electronics.

Ha composto colonne sonore per spettacoli, audio-guide, performance di danza e teatro e ha realizzato installazioni interattive d’arte.

La sua intensa attività live l’ha portata a lavorare con diversi artisti molto conosciuti nell’ambito classico, pop e contemporaneo in Italia e all’estero.

Dal 2016 è il direttore artistico di “Paesaggi Sonori”, un festival inusuale di eventi culturali in luoghi naturalistici eccezionali.

Tra i numerosi progetti a cui è coinvolta negli anni,

nel 2022 fa uscire “Glitch” progetto per violoncello solo, voce, synth, field recording, loops e live electronics. La performance che presenterà a Polysonica sara per l’appunto legata all’album Glytch che potete ascoltare a questo link

TOMAT

Produttore, compositore e sound designer Torinese si concentra su suoni drone-ambient e musica elettronica sperimentale con influenze IDM, colonne sonore e ritmi storti.

Ha pubblicato dischi con il progetto solista TOMAT sull’etichetta berlinese 7K! Records, con il duo TOMAT PETRELLA sull’etichetta berlinese !K7 Records, con il progetto a/v SPIME.IM sull’etichetta di Zurigo OUS Records, con la band NIAGARA sull’etichetta londinese Monotreme Records.

Cofondatore di SUPERBUDDA (Collettivo Creativo), insieme al socio Gup Alcaro, cura musica e sound design per il duo artistico MASBEDO.

Realizza installazioni artistiche multimediali come RETROAZIONE, ZERO A/V INSTALLATION, VENTO ZERO, UNIVERSO e produce musiche per il teatro e la danza contemporanea come 19 LUGLIO 1985 , ROMPERE IL GHIACCIO , UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO È UN TEATRO e FRANKEINSTEIN di OHT e LE BACCANTI di Andrea De Rosa.

Compone musiche per documentari e colonne sonore di film, tra cui MONDOCANE di Alessandro Celli, presentato alla Biennale di Venezia 2021 e vincitore del Premio Fabrique Du Cinema “Miglior colonna sonora italiana”, HYPERSONNIA di Alberto Mascia, presentato al Torino Film Festiva 2022, THE ORO VERDE DELL’AFRICA di David Chierchini, Davide Morandini e Matteo Keffer, WELCOME PALERMO e DAILY ROUTINE di Masbedo, DRIVE ME HOME di Simone Catania e PASTRONE! di Lorenzo De Nicola.

Il live set per Polysonica sarà incentrato, tra le altre cose, sul suo album per !K7 dal titolo DISTEMII che potete ascoltare a questo link. Potete inoltre ascoltare il suo ultimo singolo “bladfald” a questo link.

LOCATION

Al cuore del progetto Polysonica non vi è solo la musica, ma anche l’unicità delle location e anche per questo evento ci siamo voluti superare dando accesso ad un sito archeologico parte del polo museale locale, il Complesso degli Edifici del Foro di Praeneste, conosciuti ai più per l’Antro delle Sorti ma che comprendono la navata dell’antica basilica di Praeneste, dove nello specificio si svolgerà il concerto.

Il Foro dell’antica Praeneste si trovava nella zona dell’attuale piazza Regina Margherita, al centro della moderna città di Palestrina.

  • La Basilica, oggi un’ampia corte a cielo aperto, era un edificio a pianta rettangolare diviso internamente in tre navate da due file di colonne con capitelli italo-corinzi, le due file centrali dovevano essere a doppio ordine e nelle pareti del piano superiore si aprivano probabilmente delle finestre che illuminavano l’ambiente. L’alto muro ancora visibile sul fondo è in realtà il fianco settentrionale dell’edificio, separato dalla roccia da una intercapedine per l’isolamento dell’umidità. A lungo erroneamente denominata “Area Sacra”, la Basilica civile era il luogo dove si celebravano i processi e si trattavano gli affari.
  • Sul lato occidentale della Basilica è il cosiddetto Antro delle Sorti: una grotta naturale, allargata artificialmente, arricchita da tre nicchie, e decorata da finte stalattiti. L’ingresso alla grotta è monumentalizzato da un arco in blocchi di tufo Lo spazio antistante è pavimentato con un finissimo mosaico bianco, che fa supporre che questa zona in origine fosse coperta. Il pavimento della grotta è costituito da un raffinato mosaico policromo a piccole tessere, fortemente lacunoso nella parte centrale, poiché nel secolo scorso l’ambiente fu utilizzato come piano di cottura per la calce. Vi è raffigurato il fondo marino con una grande varietà di pesci, crostacei e molluschi. E’ visibile anche una parte della riva, lungo la quale si infrangono le onde, mentre il colore del mare è più chiaro nei pressi della costa e si fa più scuro e blu verso il fondo della grotta, dove si vuole rappresentare il mare più profondo. I pesci sono rappresentati in prospettiva inversa, quelli più distanti dall’osservatore sono di dimensioni maggiori. Sulla destra si conserva l’immagine di un piccolo santuario, forse dedicato a Poseidone, il dio del mare: è visibile una piattaforma su cui è un altare di porfido, posto davanti ad un’alta colonna corinzia sormontata da un vaso metallico, entro un’esedra, con scudi appesi ed accanto un timone ed un tridente. Davanti ad essa resta parte di una figura maschile nuda, rivolta indietro, con un drappo in mano. L’opera è uno dei più notevoli mosaici ellenistici conosciuti, che trova confronto con altri esempi di Roma e Pompei, sempre a soggetto marino, ed anch’esso, come quello del Nilo, è attribuibile ad artisti alessandrini che lo realizzarono sul posto nella stessa epoca (fine II secolo a.C.).
  • L’Aula Absidata, inglobata nell’edificio dell’ex Seminario Vescovile, era una grande sala rettangolare con banconi decorati e semicolonne lungo le pareti, conclusa sul fondo da un’abside in origine pavimentata dal famoso mosaico policromo a soggetto nilotico, attualmente conservato nel Museo. La parete sud dell’aula, inglobata nella facciata del Seminario prospiciente la piazza, presentava una grande porta ad arco con due nicchie laterali, forse per statue, inquadrate ciascuna da una coppia di semicolonne in tufo con capitelli corinzio-italici. Questo livello dell’edificio era raccordato al piano pavimentale del foro, posto più in basso, attraverso una gradinata ed un basamento in opera quadrata di tufo, in cui si aprivano vari ambienti, tra i quali l’Erario pubblico della città, la cassa dove confluivano i tributi. L’identificazione è assicurata dall’iscrizione ancora oggi visibile incisa sulla parete di fondo, che ne ricorda la costruzione ad opera degli edili Marco Anicio Basso e Marco Mersieio, membri di due delle più antiche famiglie prenestine.